Due diari, due vite parallele, che inconsapevolmente si intrecciano e ci daranno modo di conoscere le problematiche ed i punti di vista di Betta e Lele, due ragazzi della porta accanto che vivono in una costante guerriglia genetica che li reclama per appartenenza a due mondi opposti: Sessi Opposti, appunto. Spero che vi piaccia, appassioni e diverta tanto quanto riesce ad accattivare me.

sabato 7 settembre 2013

Il miglior collo di volpe esistente...esisterà davvero?!





Sono trascorsi dei giorni dall'ultima volta che ho scritto su questo diario ma non è successo nulla d'interessante, almeno fino a ieri sera.
Credo che entrambi, in una maniera o nell'altra, ci siamo sentiti in colpa nei rispettivi confronti e che, proprio per questo motivo, abbiamo evitato di parlarci per giorni, ignorandoci addirittura.

Tutto si è trascinato così fin quando, ieri pomeriggio, mi son fatta forza ed ho attraversato il corridoio diretta nella stanza di Gabriele.

Se qualcuno ancora pensa che il coraggio lo si dimostri solo con l'azione dovrebbe rivalutare anche l'olfatto, la vista ed il tatto, quando si ha a che fare con la camera da letto di Lele.
Stenderò un velo pietoso sulle condizioni igieniche di quella stanza e andrò oltre, dedicando le mie parole ad altri dettagli...quali ad esempio una illuminante conversazione con il mio fido coinquilino:

"Lele...ehm...hai impegni per questa sera?" - gli domando sollevando una mano in segno di svenevole saluto mentre barcollo accanto alla porta - 
"Boh. Forse dovrei uscire con Gianmarco ma quel demente sta cercando di rimorchiare la cameriera del bar sotto casa sua e se quella cede....beh insomma, hai capito!" - e conclude la sua intelligente risposta con uno dei suoi sorrisi ammiccanti alla "dai che hai capito...se gliela dà è giusto che riscuota!", allorché non mi resta che ignorare quel sottile messaggio subliminale e tentare di dare un senso più profondo a quella sterile conversazione. 

Per quanto io consideri il Q.I di Gabriele davvero inferiore alla media nella classifica delle lucertole arrostite al sole devo ammettere che, in questo mondo, può esserci di peggio. 
Il "di peggio" si è materializzato, proprio in questi ultimi giorni, nelle fattezze di un aitante giovanotto all'apparenza discretamente sveglio, sufficientemente normodotato e discretamente meno maniaco sessuale dei suoi confratelli uomini. 
Sfortuna ha voluto che "l'apparenza inganna" davvero ed è qui che entra in gioco il confronto necessario con il mio caro coinquilino che, seppur di donne ci capisce ben poco (il suo mantra è "ogni buco è trincea!"), devo considerarlo da sempre un grande consigliere. 

Probabilmente è proprio in preda a questa disperazione che mi son ritrovata a chiedere proprio a lui di trascorrere insieme la serata al pub. I miei stessi neuroni non credevano alle loro orecchie ed hanno iniziato a schiaffeggiarsi, certi di essere caduti in una strana forma di trance.

"Io e te all'Irish??? Elisabè ma sei sicura di stare bene?!" - beh lo scetticismo di Lele non avrebbe dovuto stupirmi, in effetti io stessa lo ero mentre l'eco delle mie parole mi rituonava nelle orecchie. 
"Sì Lele, che c'è di tanto catastrofico in una birra e quattro chiacchiere tra due persone che condividono lo stesso appartamento ormai da anni?!" - risposi tentando di apparire il meno scioccata possibile dalla mia stessa richiesta. 

I primi segni dello sbigottimento che gli ombrarono il volto svanirono e lui iniziò a vedere i lati positivi di quella serata: "Va bene! Offri tu, no?" e sulle note cantilenate della sua domanda non potei che scuotere la testa amareggiata pensando che non sarebbe cambiato mai!



Adoravo quel pub da sempre, pur non avendolo mai ammesso a nessuno perché, in fondo, c'avevo messo anni per cucirmi addosso quell'aria da duro topo di biblioteca e svestirmene proprio ora sarebbe stato svilente.
I suoi colori scuri e caldi, quell'odore di bacon e malto che aleggiava tra le persone, i volti allegri e gli occhi vispi di chi aveva alzato il gomito più di quanto avrebbe dovuto, tutto in quel locale mi ricordava la mia vacanza da ventenne folle in un'Irlanda che mi ha accolto e cullato come una figlia.

Sorseggiando una rossa doppio malto con Gabriele mi sono sentita, inesorabilmente, parte di un qualcosa che sentivo non appartenermi più ormai da anni e, per qualche istante, quelle occhiate complici e la familiarità di quei sorrisi mi ha trasmesso più di quanto avessi mai immaginato. 
Ma alcune persone sono, mio malgrado, dotate di parola e non appena lui ha creduto sensato dar sfogo ai suoi pensieri quella magia si è frantumata: "Guarda che bagagliaio che ha la baristaaaa!!! Cioè che sfiga che sono qui con te questa sera, se non dovevo farti da baby-sitter sicuro che me la ciupavo tutta!" - Elisabetta respira! - era il solo pensiero che mi spingesse ad un autocontrollo degno di me.

Dopo imprecazioni, ammiccamenti e opinioni su ogni singolo sedere svolazzasse nel giro di 30 cm dal nostro tavolo, abbiamo iniziato ad intavolare la discussione che più mi premeva fare quella sera: 
"Lele, tu che sei uomo (animale sarebbe stato più consono nel tuo casospecifico... - trattenni questa correzione mentalmente) sapresti darmi un consiglio obiettivo su un ragazzo?!" - e dopo essersi quasi strozzato con la birra che stava deglutendo nel momento in cui parlai si degnò di darmi una risposta seriamente profonda: "Elisabetta Rossi, mi stai dicendo che quella mente perversamente intopata sta pensando seriamente di poter avere una vita intima e privata? - e per quanto rimasi stupita del suo tatto dovetti ricredermi dopo pochi istanti - VUOI SCOPARE???" - urlò ignorando il numero inquantificato di persone che ci circondava e lì mi pentii quasi di aver scelto lui come confidente per quella sera.

"Dannazione Gabriele, no!!! Riesci almeno per una volta a fare la persona seria e ad ascoltare senza affrettare i tuoi giudizi o lasciar galoppare quella dannata fantasia maniacale che hai?!" - in fondo, per quanto nel voler avere dell'intimità non ci fosse nulla di male alla mia età, mi sentivo ferita per aver visto sbandierare davanti a dei perfetti sconosciuti la mia vita privata. 
"Ok ok Betta - fece un cenno di assenso con la testa prima di tracannare, in un solo sorso, metà boccale -  ...vai avanti, sei tu che mi lasci sulle spine!" 
Dondolai tristemente la testa e continua a parlare: 
"Gabri è che ho conosciuto un ragazzo... - e continua ignorando le sue smorfie sbigottite e divertite - ...ma, nonostante inizialmente lo avessi idealizzato, ora mi rendo conto che è un idiota patentato e non so come stoppare la cosa." 
Si fece serio, tirò fuori i pettorali e con una mano scompigliò quei suoi capelli setosi (perché, diciamoci la verità, io non ho ancora incontrato un ragazzo con dei capelli più belli del De Vellis) mostrandosi pensieroso. Sorseggio ancora la sua birra e solo quando riposò il boccale sul tavolo prese aria per parlare:
"Secondo me potresti dirgli che hai capito d'essere lesbica!" 

Un macigno mi cadde sulla testa e, in quell'istante, compresi che Gabriele non sarebbe mai stato il miglior amico di una donna. Deglutii a fatica quando le sue parole mi raggiunsero e fulminandolo con lo sguardo dissi più di mille parole cosicché lui abbozzò un sorriso nervoso e si sbrigò ad aggiungere: "Dai che scherzavo! Sarebbe senza dubbio una delle mie idee più strambe ma comprendo che non sarebbe la migliore. Mmmmm, è che per placare l'uccello in volo di un uomo devi giocare d'astuzia Betta...devi pensare come un uomo ed un uomo sai che farebbe in questo caso?! - credo che vedendo la mia espressione incredula prese coraggio e continuò senza che lo incalzassi oltre modo - ...un uomo si farebbe vedere in giro con un'altra!" 
Immagino che il mio volto avesse assunto un'espressione vacua e stupita perché persino Gabriele, rendendosene conto, mi fissò e riprese la parola:
"Beh sì...per quanto possa sembrare scontata come reazione, se ci pensi bene, è anche la più diretta ed indolore: tu ed il tuo ipotetico ragazzo che sfilata davanti al povero sfigato senza dargli spazio a nessun dubbio o ad alcuna speranza. BAM! Colpo secco, no?!" 

E per la prima volta nella mia vita mi ritrovai ad annuire davanti alla maestosa mente perversa di quel ragazzo. 

Avevo trovato la mia soluzione ma restava un problema più grande del problema iniziale stesso: dove avrei trovato un finto fidanzato da sfoggiare a mò del miglior collo di volpe esistente?!

Betta.

martedì 27 agosto 2013

...fu così che deposi il cadavere dell'Es di Elisabetta.

Domenica 25 agosto 2013



ore 15:03

Ora io non voglio davvero lasciar fraintendere ad anima viva il turbine di pensieri che mi travolge da questa mattina ma, ovviamente, devo pur sfogare la mia frustrazione da qualche parte. 

Tornare in questa casa, dalle mie pseudo vacanze in Toscana, senza trovarvi anima viva è stato deliberatamente un colpo basso ... persino se fatto da un coglione patentato come Gabriele ma ancor più basso è stato il suo deliberato comportamento strafottente assunto, dal demente sopra citato, da questa mattina, di ritorno dallo alcolicamentescopareccio viaggio in Spagna. 

Ora se l'ho offeso schiaffeggiando a suon di verità il suo Ego e quello che resta del suo super Ego, tra le gambe, non me ne dispiaccio e continuo a non trovar sensato il suo atteggiamento come risposta alle mie parole. 
- Ci sei rimasto male? Ok. Dimmelo coglione! -  ma questa sarebbe una frase da poter dire in faccia, a muso duro, ad una persona normodotata e non ad un minorato mentale che ragiona col pisello e parla con il sedere.

Ma procediamo per ordine e vediamo di dare un senso a questo racconto:

... come ogni domenica mattina mi sono svegliata con tutta la calma del mondo e, per la prima volta dopo tanto tempo, ho gioito del fatto che avessi casa tutta per me, per tutte quelle piccole abitudini che, vivendo con un uomo di Neanderthal, ho dovuto abbandonare man a mano che la convivenza andava avanti. 

Sognavo già di riscaldare un cornetto e di stuzzicarlo, lasciando che si sciogliesse in bocca, sorseggiando caffè macchiato fuori alla veranda di casa. Rinfrescarmi dal caldo abbraccio di Morfeo con una bella doccia tiepida prima di infilare un micro costume, che non avrei avuto mai il coraggio d'indossare davanti ad anima viva, così da potermi spalmare (con una piacevolissima lettura sentimental-romantica) su una delle sdraio del terrazzo che il dott. De Vellis ci aveva gentilmente concesso, con il resto del suo lussuoso appartamento/attico nel cuore della capitale, senza dovermi preoccupare di cellulite, ceretta e/o segni dell'abbronzatura.

Purtroppo tutto ciò è rimasto un mero miraggio, esattamente come l'oasi che ogni uomo desidera incontrare nel deserto quando sta, giusto giusto, per morire di sete.
Il pover uomo si renderà conto della sua folle utopia solo quando starà per morire accasciato sulla sabbia arida, io l'ho fatto quando, uscendo dalla mia stanza, ho sentito Lele russare.

Inutile dire la mia profonda delusione in quel preciso istante ed, ancor più inutile, descrivere secondo un ordine temporalmente preciso la valanga di pensieri che hanno fatto capolino nella mia mente. Sarebbe davvero insensato perché so che chiunque può comprendere senza che io mi impegni, più del dovuto, nel cercare le parole giuste.

Mi sono trascinata in cucina, dove ho avuto la forza di preparare un misero caffè e di spalmare della marmellata di pesca su un paio di squallide fette biscottate (persino l'allettante idea del cornetto mi appariva, ormai, banalmente squallida). Proprio mentre ero decisa a concedermi almeno 1/4 del mio sogno di "Domenica d'agosto perfetta" (prendere un caffè in santissima pace), il vegetale cazzone ha deciso che aveva dormito abbastanza e che era arrivato il momento di rompere l'anima all'Elisabetta di turno.

"Oh ecco qua la reginetta della capitale!!!" - che detto dal ritardato De Vellis junior con tono saccente non può che essere un'offesa gratuita vestita da coniglietto pasquale. 
Inutile dire che non ho sollevato alcuna obiezione ed ho continuato a sorseggiare il mio caffè fissando un punto indefinito oltre la finestra della cucina. Giustamente lui ha ben pensato di rincarare la dose: "Che c'è?! Hai perso la parola dopo queste due settimane di baldoria? Beh, se tornartene dai tuoi ti fa essere così taciturna perché non decidi, per il popolo sovrano, d'andarci ogni fine settimana?" - ok, ora per quanto una vocina nella mia testa urlasse a tutto il mio corpo di starsene fermo e di non raccogliere i suoi insulti non ci sono riuscita.

Ho deglutito, posato la tazzina, spostato la sedia ed ho lasciato che quella vocina nella mia testa si affievolisse prima di dar voce a tutto ciò che realmente avevo voglia di dire: "Ed ecco qua che hanno aperto la fogna cittadina!" - un'ombra di ignoranza gli ha oscurato il volto ma, in fondo, cosa potevo aspettarmi da un soggetto del genere?! Ha giusto atteso una manciata di secondi prima di dar adito ad ogni mio dubbio sulla sua alienante intelligenza: "Ce l'hai con me? Ah, sei sempre così cafona di prima mattina?" , ed è stato proprio in quel momento che erroneamente ho pensato - E' come sparare sulla croce rossa Elisabè! - ma ecco che qualcosa in quella mente bacata e perversa si è acceso, forse il suo solo neurone ha riposto la Bud che stava sorseggiando in giardino ed ha deciso di lavorare almeno un giorno sui 364 restanti. 

Ha piegato il lato del labbro in un labile sorriso beffardo e mi ha fissata con aria di sfida parafrasandomi a denti stretti: "Signorina "Sotuttoio" forse è il caso che tu scenda dal tuo piedistallo e che ti renda conto che la perfezione, oltre a non esistere, annoia quindi se continui ad avere quest'aria del cazzo ben presto resterai sola ed io, in quel momento, mi farò davvero delle grasse risate!" ... ed è stato in quell'istante che, vedendolo voltarsi ed andarsene, tutte le mie false sicurezze di giovane donna -29enne, laureata, femminista, responsabile, consapevole delle proprie qualità e potenzialità - hanno fatto un salto mortale dalla terrazza del nostro attico, sito al quindicesimo piano. 

Sono rimasta a fissare lo stipite della porta, dalla quale si era dileguato Gabriele, per oltre la buona mezz'ora successiva senza avere la benché minima reazione. Perché? (come qualcuno potrebbe domandare) ... Ma perché, in fondo, sapevo che aveva ragione. 
E fu così che in quella cucina deposi il cadavere dell'Es di Elisabetta.

Betta.

sabato 24 agosto 2013

W la superficialità!


Dal momento che sono già stato definito: "[...]UN LURIDO PORCO. UN PARASSITA CHE VIVE ALLE SPALLE DEL PADRE E CHE SE NE FREGA DEL MONDO INTERO PERCHE' L'EGOISMO IN TE REGNA SOVRANO." ho ritenuto sensato poter acquistare, con la mastercard del dott.r De Vellis, un biglietto aereo a/r per Palma de Maiorca. 



Cazzo sono o non sono un superficiale ragazzo di 33 anni che riesce a conferire valore e stima solo a tette e culo ??? Bene, allora nessuno potrà volermene, no ?! 

Nonostante le cascate di birra h24, le scopate di una notte ed il sole caldo che fa aumentare quello stato di libero abbandono (che ogni santissimo uomo dovrebbe avere senza condizionamenti e/o legami) non sono riuscita a scrollarmi di dosso la rabbia e l'incazzatura che provavo per Elisabetta.

Quella grandissima testa di cazzo bionda e rigida come una scopa!

Non che le sue parole mi avessero toccato più di quanto può fare l'acqua con il parabrezza di una jaguar (cogliete il senso della mia metafora vero?!) ma, dannazione, ho fatto davvero fatica a scrollarmi di dosso lo sguardo infuocato e l'espressione della sua faccia ... ora gli uomini più coglioni e le donne più fantasiose penserebbero che la mia potrebbe essere la classica rivelazione scottante: Gabriele che si scopre innamorato di Elisabetta.

Ma, spiacente di deludere chiunque di queste due categorie represse mentalmente ed emotivamente, non è questo il caso in questione.

Siamo obiettivi e realistici, una volta per tutte: 



  1. sono un maschio etero che ama usare il proprio pisello più della propria testa,
  2. sono abbastanza egocentrico da sapere l'effetto che ho sulle donne, o comunque su buona parte di esse,
  3. mi ritengo discretamente intelligente quando non sono così stanco dal ragionare e dal metter del buon senso nelle mie azioni,
  4. so essere profondo (anche se non ricordo l'ultima volta che lo sono stato concretamente),
  5. penso che la vita sia già così tanto difficile e complicata da essere in dovere con me stesso nel prenderla con leggerezza, dedicando il mio tempo ed utilizzando le mie energie a cose frivole e a piaceri succulenti,
  6. non amo lavorare e Dio mi ha dato la possibilità di scelta quindi perché fingere di essere diverso da quello che sono o, peggio ancora, fingere di desiderare qualcosa che non voglio ?! E se la domanda del secolo (come ritiene il mio psicanalista) è "Cosa vuoi Gabriele?" la mia risposta è solo una: UNA DONNA CHE NON FA DOMANDE E CHE NON PRETENDE RISPOSTE, UN AFTERHOURS CHE DURI 24H AL GIORNO E SORGENTI DI BIRRA BELGA.
Se ci sono credenti che considerano sensato illudersi della reale coestistenza tra miracoli e Terra perché io non posso sperare in un sogno del genere ???

A rovina di tutto questo mio idilliaco mondo mentale, però, c'è la coinquilina di turno (cfr. Betta) che mi sbatte in faccia la sua moralità, la sua integrità e, probabilmente, anche la sua verginità!!!

Sono tornato questa notte, ho visto la lampada della sua stanza accesa ed ho dedotto che fosse tornata da casa dei suoi (ho immaginato fosse andata lì visto che al mio risveglio, il giorno dopo del litigio isterico, non l'ho trovata girare per casa con gli occhialetti inforcati e l'agenda in mano ...
Sono estremamente curioso di vedere come si comporterà domani mattina vedendomi ... conoscendola so che sprizzerà compostezza e ritegno da ogni poro! 
Quant'è difficile convivere con una donna !!!

Lele.

giovedì 22 agosto 2013

Home sweet Home

Trascorrere gli ultimi dodici giorni a casa dei miei, immersa in un paesaggio toscano che sa donarmi la pace di cui ho bisogno in un forte periodo di stress, è stata una delle idee più geniali che potessi prendere in una calda notte d'agosto, dopo un mega litigio con il mio coinquilino coglione/demente/ritardato e minorato mentale.


Il non dovermi preoccupare per la sopravvivenza quotidiana di nessuno (nè mia, né del coglion coinquilino) mi ha fatto tornare alla mente ricordi di giorni migliori, in cui la peggiore delle cose che potesse capitarmi prendeva il nome di Letizia ed aveva l'aspetto della classica biondona (tutta tette e culo) del mio stesso corso di Neuropsichiatria. Dio quanto la odiavo e quando odiavo lo stereotipo di classe sociale e di persona che lei rappresentava... mai avrei immaginato di dover dividere le mie intere giornate con un esemplare, seppur di sesso maschile, del suo stesso stampo. 
Il destino è crudele.

Quando sono tornata a casa ieri sera la mia incredulità ha toccato livelli elevatissimi nel constatare che:
1. la casa non era esplosa, 
2. i mobili sembravano non aver avuto un incontro ravvicinato con niente e/o nessuno, 
3. la mia stanza era vergine da ogni attacco indegno o inopportuno,
4. la cucina non era incrostata ed il bagno non sembrava esser stato usato da un battaglione intero.

Ero talmente esterrefatta da voler quasi scoppiare in un pianto misto di gioia e disperazione ma sono riuscita a trattenere le lacrime (fortunatamente avevo superato il periodo premestruale). 
Di Gabriele non c'è neanche l'ombra... sono quasi 24 che sono tornata ma di lui nessuna notizia... anzi, non ne ho dalla sera del nostro litigio e, per quanto sia sinceramente mortificata e dispiaciuta, una parte di me sa che aveva talmente toccato il fondo da meritare ogni mia singola parola.
Ho avuto la tentazione di chiamarlo almeno 15 volte in questi dodici giorni ma poi una vocina nella testa mi ripeteva che sarebbe stato come ammettere a lui, ed a me stessa, che in fondo avevo semplicemente fatto e detto una valanga di stronzate. 
Ora vorrei precisare che, tolti i toni e la valanga di cose che sono stata in grado di rovesciargli addosso quella notte, non sono affatto mortificata o pentita d'aver pensato quello che gli ho detto ... avrei, se non altro, potuto pesar meglio il discorso e farglielo in maniera più leggera e carina ma Lele meritava qualcuno che gli sbattesse in faccia la verità sulla sua vita vuota e vacua. 
In fondo non è colpa mia se ha deciso di gettare al vento ogni singola opportunità per dimostrarsi migliore e di vivere la sua vita sfruttando le innumerevoli fortune che ha (economiche sopratutto) per combinare qualcosa di davvero degno di nota!

Ok diario, forse "un pò" in colpa mi ci sento.

Betta.

sabato 10 agosto 2013

A volte le parole colpiscono troppo duramente.

Caro diario,
riesco soltanto ora a trovare il tempo necessario a buttare giù la massa informe di idee ed avvenimenti che mi sono accaduti in queste ultime 48 ore.
Partiamo dal principio: 

- Giovedì 8 agosto - 

... ottemperando al principio "chi si fa i cavoli suoi campa 100 anni", me ne stavo serena e tranquilla in cucina quand'ecco che quel cerebroleso di Gabriele si lancia dentro la stanza con aria spavalda e presuntuosa, tutto carino mi domanda come sto e cosa sto facendo ma non me la bevo, gli serve qualcosa.
Non devo attendere molto prima che mi chieda ciò che gli preme in realtà e lì inizia l'apocalisse. 
Ora io non dico che se sei minorato mentale devi fingerti diverso ma, quantomeno, darti un contegno, no?! Non pretendo che lui si mostri differente da com'è (tanto se ne accorgerebbe anche una formica zoppa e sorda che è defincentato nel cuore) ma, dannazione, hai 33 anni e (alla carta) sei mentalmente sano ... datti da fare e fatti una vita come Dio comanda!
L'assurdità è che sono arrivata a 29 anni, dopo almeno 5/6 anni di convivenza con questo coglione, per sentirmi dire (testuali parole): 

"Oh Bè, senti ma ce l'hai una qualche amica del cazzo per uscire a farti uno di quei panini alla soia di merda che ti piace tanto e lasciarmi casa libera così posso inchiappettarmi la segretaria dello psicoterapeuta a 90 sul tavolo della cucina ??? E' sempre stato il mio sogno nel cassetto oh !!!! Me la immagino già, piegata con la gonnellina alzata e gli occhialetti sulla punta del naso, le tette che sballottolano e ... zic zic zic !!!! Che spettacolo !!!!!!!".

Potrei smembrare passo passo la sua frase e trovarne offese, illazioni, orrori grammaticali ed oscenità in un colpo solo ma sorvolerò e andrò semplicemente avanti nel racconto.
Inutile dire quale sia stata la mia risposta a questa sua assurda richiesta ... fatto sta che il De Vellis ha comunque una fortuna sfacciata e, ignara dei suoi progetti perversi, avevo già un impegno per quella sera quindi il suo "sentimentale" piano, per la cena ed il dopo poteva essere tranquillamente attuato.

Ore 01:35 rientro a casa. Nessun rumore, nessuna luce accesa, tutto tace. Per un solo istante penso che abbia desistito dalla sua perversa idea di "primo appuntamento", mi sento quasi sollevata e mi ritrovo a chiedermi tacitamente - Che gli anni di terapia indotta che ho cercato di fargli in maniera inconscia abbiano avuto i loro frutti? - ILLUSA, mi rispondo dopo poco.

Una serie infinita di oggetti cade a terra, si frantuma o esplode (non so davvero) e poi silenzio, silenzio ancora e una valanga di risate provenienti dal bagno. - Ok, avrà ascoltato le mie preghiere e si sarà tagliato le vene. Spero solo che abbia incluso me nel testamento. - mi diriggo allora a vedere che diavolo sia accuduto e sommessamente mi auguro che non abbia rovesciato in terra la mia confezione multipak di alghe Guam da 220 euro, le vene gliele sfilo dal corpo a mani nude.
Se fossi stata una bambina probabilmente avrei avuto bisogno di una brava terapista per riprendermi dalla scena che i miei occhi hanno dovuto affrontare quella notte: una povera derelitta attaccata alla vetrata della doccia, gambe e braccia allargate a mò di "4 di spade", completamente nuda ed interamente ricoperta di marmellata ai lamponi  o di sangue pesto (fate un pò voi), che gridava con una voce stridula parole sconnesse e senza senso. Un essere di sesso maschile o di genere coglione, completamente nudo anche lui, a 4 zampe intento a leccare da terra i resti della marmellata o del sangue pesto (fate sempre un pò voi) che doveva esserle caduto a terra. 
Tolta l'oscenità della circostanza, esclusi i primi attimi d'imbarazzo e turbamento, la cosa davvero eclatante è stata la loro reazione alla vista della povera sfigata che in quel momento li aveva beccati: Gabriele si è esaltato in un "'Sera Bettaaaa, oh per domani mattina non c'è più marmellata. Usa la Nutella che Fulvia era allergica e l'ho lasciata eh!", la tizia, FULVIA (commentiamo il nome per favore?! Io non riuscirei neanche ad avere un'erezione di fronte ad una che si chiama Fulvia, dannazione!!!), si è limitata ad un sorriso compiaciuto e ad un saluto quasi amichevolmente assurdo (all'istante mi sono spiegata come abbia potuto decidere di passare quel venerdì sera con Lele, stesso QI): "Ciao! Se vuoi dormire facciamo in silenzio, ok?".
Ho scosso la testa, sbuffato, guardato in cielo e voltato i tacchi chiudendomi alle spalle quella porta, ingresso di un mondo allucinogeno (da quel momento in poi non riuscirò più a fare una doccia senza immaginare le tette di Fulvia spiaccicate addosso al vetro). Mi sono rintanata in camera dando una doppia mandata alla serratura, il buio e le cuffie nelle orecchie sono state acqua santa per la mia mente fin quando non ho sentito dei tonfi in sottofondo "BUM BUM BUM!", tolgo al volo le cuffie ed accendo la luce, la porta si muove sotto il colpo dei pugni di Gabriele ed io mi lancio ad aprirla prima che i vicini chiamino il 113 pronti a denunciare l'ennesimo atto di femminicidio. 

"Ma che vuoi Gabriele??????" - gli urlo a pochi centrimetri dalla facci.
"Oh se n'è andata! Cazzo Bè, dobbiamo ricomprare quella marmellata, è da sturbo!!!" - mi dice con aria sognante, manco fosse un cane a cui hanno regalato l'osso di gomma.
"Gabriele, quella marmellata l'ho comprata io, era mia. Non parlare al plurale quando utilizzi le MIE cose. E per quanto riguarda quella specie di donna, ti pregherei da qui in futuro di chiudere a chiave le stanze in cui decidi di copulare, grazie." - puntualizzo mostrandomi scocciata ed alterata.
"Ah sìsì ok Betta. Senti, a proposito ... oggi sono andato in quella profumeria dove vai sempre te. Hai presente sì?! Ecco, ho conosciuto la commessa, quella moretta, e mi son detto che sarebbe una bella cavalla da monta. Che per caso hai il suo numero???".



Le mie orecchie avrebbero voluto non credere alle sue parole, lo ammetto. Ho degludito, preso qualche istante e per la prima volta, dopo tanti anni, gli ho vomitato in faccia tutto quello che pensavo:

"GABRIELE SEI UN LURIDO PORCO. UN PARASSITA CHE VIVE ALLE SPALLE DEL PADRE E CHE SE NE FREGA DEL MONDO INTERO PERCHE' L'EGOISMO IN TE REGNA SOVRANO. MI VERGOGNO DI ESSERE TUA AMICA, TUA COINQUILINA E DI AVERTI NELLA MIA VITA, SEMMAI FOSSI COSI' PAZZA DA VOLERTI PRESENTARE QUALCUNA LO FAREI SOLO SE LA ODIASSI COSI' TANTO DA DARLE UNA PIAGA COME TE!!!!!" 

Mi sentivo avvampare il volto, le mani tremavano e lo stomaco si era contorto. Nonostante sapessi d'avere ragione la reazione che ha avuto Gabriele mi ha lasciata di stucco. Si è tirato indietro di qualche passo continuando a fissarmi in volto, questa volta con gli occhi lucidi, ha sistemato una ciocca scomposta sulla fronte e con un filo di voce mi ha ringraziato dandomi la buonanotte. 
Mi sono sentita una merda.
Forse mi ci sento ancora ed allora ho deciso di fare un paio di giorni dai miei, magari staccare la spina da quell'assurda casa mi farà riprendere le redini dell'autocontrollo.
Se solo lui sapesse contenersi ...  se solo sapesse vedermi come una Donna e non come un asessuato umano che cammina, parla e paga l'affitto, magari capirebbe che determinate situazioni mi imbarazzano, scioccano e turbano.

Betta.


giovedì 8 agosto 2013

Depravato io?! Certo.

Lo psicoterapeuta oggi mi ha detto che ho una mente traviata ma io non gli ho creduto, deve essere semplicemente geloso perché lui ha il pisello piccolo.



L'ho mandato a fare in culo e appena sono uscito ho circuito talmente tanto la sua segretaria "belle tette e sedere da pecorina" (come la chiamo io fin dalla prima volta che mi ha accolto con un lascivo "Buon pomeriggio Signor De Vellis", sarà che c'aveva quella classica vocetta da troietta che mi attizza tanto in ogni donna o sarà per quella sua aria da finta Santa ma ammetto che mi è subito entrata nei pantaloni) che sono uscito dal suo studio con il suo numero in rubrica ed un appuntamento per questa sera ! Sono o non sono un grande ?!

Ora non me ne frega un cazzo di apparire il classico porco e fissato con il sesso perché sappiamo entrambi (sia io che te, diario di 'sta ceppa) che in fondo, per quanto tutti si aspettino che neghi, lo sono assolutamente e me ne vanto a gran voce !!!!

Prima ho incrociato in cucina quella bisbetica indomabile di Betta e ho pensato (a volte credo che le sue parole abbiano una qualche concretezza logica: "Tu ragioni con il pisello Gabriele.") di poterle chiedere di lasciarmi casa libera almeno fino alle 2 così da poter organizzare una cenetta ed un "dopo" davvero speciale.

Mi son sentito apostrofare come: (nell'ordine preciso) "Maniaco!", "Porco!", "Sessuomane!", "Sessualmente deviato!", "Deficiente!", "Coglione!" e (per finire) "Depravato!".
Tutto questo per averle semplicemente detto: "Oh Bè, senti ma ce l'hai una qualche amica del cazzo per uscire a farti uno di quei panini alla soia di merda che ti piace tanto e lasciarmi casa libera così posso inchiappettarmi la segretaria dello psicoterapeuta a 90 sul tavolo della cucina ??? E' sempre stato il mio sogno nel cassetto oh !!!! Me la immagino già, piegata con la gonnellina alzata e gli occhialetti sulla punta del naso, le tette che sballottolano e ... zic zic zic !!!! Che spettacolo !!!!!!!"

Che ci sarà di così assurdo ???? E che cazzo!!!! 

Le donne preferiscono proprio le stronzate. 
Meglio un uomo che finga di essere asesssuato e che quando deve esprimere il suo sogno più recondito dica: "Oh mia cara Elisabetta, ( - perché chiamarle con il nome di battesimo rende la cosa più romantica, a quanto pare -) i tuoi occhi sono ciò che di più bello possa esistere a questo mondo e tu .... tu sei la cosa più eccezionale che potesse capitarmi in questa vita. La mia serata ideale è con te al mio fianco, una panchina, un abbraccio ed un cielo stellato che ci accarezza lo sguardo!"

.... ma allora io, maschio, mi chiedo: MA 'NDO CAZZO VIVETE ?????????

Ma secondo voi questo soggetto pensa davvero le stronzate che dice ???? Ma come minimo la traduzione letterale di una oscenità del genere è ( - perché sappiate che nella sua mente lui se lo starà ripetendo come un mantra mentre vi spara quelle 4 puttanate in gonnella - ): "Vacca mi hai fatto spendere 50 euro per una cena biologica del cazzo, sopportare un film lacrimevole con Meg Ryan da 20 euro x 2 - perché se voglio avere la chance per una mezza scopata devo pure fare la parte del Signore -, indossare questa camicia di merda per far la parte dell'intellettuale che ti piace tanto, fingere di essere profondo come il vaso di Pandora quando invece una pozza mi può anche bastare e, per finire, far dire una marea di puttanate su stelle e pianeti - manco fossi astronomo di professione - solo e soltanto per una mezza toccatina ad una tetta striminzita ?! Eeeehhh no, mia cara. Questa sera me la devi dare e se non me la dai da domani le stelle su questa panchina del cazzo le vieni a guardare da sola o con la portinaia zitella frigida, tua sola amica!!!!" 

Voi ci pensate diversi ma siamo semplicemente tutti uguali, fatevene una ragione.

Anche l'uomo più perfetto ed apparentemente profondo, nell'istante in cui vi sta dichiarando il suo amore incondizionato vi sta semplicemente immaginando a pecorina sul cofano della sua auto.

Evviva la fica e chi la creò.

Lele.

mercoledì 7 agosto 2013

Meglio "star sole che esser mal accompagnate"

Quando ero bambina mia nonna mi ripeteva spesso che nella vita era meglio "star sole che esser mal accompagnate" ed io, all'epoca, non ne capivo il reale significato. 



Oggi so che questo mantra può avere reale attuazione solo per un discreto numero di donne ma che un uomo, invece, non può resistere a lungo senza la donna giusta al suo fianco. 
Intendiamoci, per "donna giusta" intendo una che respiri e non soffra di malattie della pelle, e con "al suo fianco" intendo sopra di lui, nuda.

Ora non vorrei fare di tutta l'erba un intero fascio ma diciamoci la verità Donne ... nessuna di noi è unica ed insostituibile per Loro.

L'esempio più lampante di "uomo Neanderthaliano" è in questa casa, disteso a petto nudo, come il peggiore degli animali, nella parte diametralmente opposta della stanza in cui sto scrivendo in questo istante. 

Troppo spesso mi chiedo perché ho subito accettato la sua offerta di convivenza quando, ormai una decina di anni fa, dividevo con lui una panchina asettica della città universitaria, ma troppe volte non ne cavo un ragno dal buco e resta una vacua domanda insoluta. 

Ricordo ancora che appena lo vedemmo, io e Giulia (all'epoca era sessualmente controllata e l'aria da ninfomane, assunta un paio d'anni dopo non la sfiorava neanche durante la peggiore esibizione carnevalesca), pensammo sgomitandoci a vicenda che fosse un gran bel esemplare di maschio etero. 
Alto, con quei capelli scomposti ad incorniciare un viso praticamente perfetto e due occhi verdi da far invidia a qualsiasi belloccio tutto muscoli/sesso&rock&roll del caro vecchio Omero (capelli che starebbero obiettivamente male a chiunque non fosse fico davvero d'altro canto), spalle larghe e aria trasandato/sessuale che appariva quasi mistico-ammaliatrice (a quell'età gli ormoni facevano brutti scherzi, lo ammetto). 

Il passo dal primo sguardo alla mistificatrice tattica da abbordo, che il De Vellis usa come proprio mantra personale, è stato davvero minimo e fallimentare, ovviamente. 

Nonostante l'abbia etichettato come "homo coglions" alla prima frase deambulata dal suo mononeurone zoppo: "Belle fighette che ci fate da queste parti?!" (come un uomo può togliere ogni dubbio sul suo quoziente intellettivo) non ho mai capito perché sia diventato parte della mia quotidiana vita universitaria prima e privata poi... diventando, tra l'altro, in quel momento, il mio rappresentate personale maschile da usare come canone di paragone per definire "idiota" un uomo. 

Il momento preciso di quando ho accettato di affittare la sola singola che aveva ancora a disposizione in casa sua credo di averlo rimosso con la rapidità di un Velociraptor (sarà per questo che ho approfondito, con estrema attenzione, lo studio sulla Rimozione nel mio esame di Psichiatria all'università).

Ad oggi mi chiedo se l'autolesionismo quotidiano che mi affliggo da anni mi condurrà alla santificazione ma so, fin da ora, che la risposta a questo quesito si trova nei messaggi di Fatima.


Miseramente Betta.